giovedì 15 agosto 2019

Recensione "The Hate u give" di Angie Thomas

Titolo: The hate u give
Autore: Angie Thomas 
Casa Editrice: Giunti
Genere: Narrativa
Pagine: 464
Prezzo kindle: 6,99
Prezzo cartaceo: 11,90€

Trama: Starr si muove tra due mondi: abita in un quartiere di colore dove imperversano le gang ma frequenta una scuola prestigiosa, soprattutto per volere della madre, determinata a costruire un futuro migliore per i suoi figli. Vive quasi una doppia vita, a metà tra gli amici di infanzia e i nuovi compagni. Questo fragile equilibrio va in frantumi quando Starr assiste all'uccisione di Khalil, il suo migliore amico, per mano della polizia. Ed era disarmato. Il caso conquista le prime pagine dei giornali. C'è chi pensa che Khalil fosse un poco di buono, perfino uno spacciatore, il membro di una gang e che, in fin dei conti, se lo sia meritato. Quando appare chiaro che la polizia non ha alcun interesse a chiarire l'episodio, la protesta scende in strada e il quartiere di Starr si trasforma in teatro di guerriglia. C'è una cosa che tutti vogliono sapere: cos'è successo davvero quella notte? Ma l'unica che possa dare una risposta è Starr. Quello che dirà - o non dirà - può distruggere la sua comunità. Può mettere in pericolo la sua stessa vita.


Salve a tutti cari amanti dei libri! 
Oggi vi porto la mia opinione riguardo il libro ya osannato da tutti e pluripremiato "The hate u give".
Dopo tale premessa penserete sicuramente che io avessi altissime aspettative, ma in realtà la trama non mi attirava molto e non amo particolarmente i contemporary, quindi non credevo mi avrebbe colpita più di tanto... Invece mi ha sorpresa enormemente!
Solitamente sono una lettrice lenta, invece ho terminato la lettura di questo romanzo in un giorno, senza volerlo, a causa dello stile molto semplice, che può essere da una parte una cosa negativa, ma che dall'altra rende il ritmo molto coinvolgente. Ripensandoci, mi rendo conto che forse avrei avuto bisogno di più tempo, per riflettere meglio sulle importanti tematiche che tratta. 

Le vicende a cui assistiamo sono quelle vissute da una sedicenne di colore che si trova in bilico tra il "ghetto" americano, in cui abita con la sua famiglia, e la scuola di un quartiere più ricco, frequentata soltanto da ragazzi bianchi, in cui studia. Il primo argomento affrontato è proprio questo, il conflitto e la convivenza di due aspetti, che non sono soltanto quelli del colore della pelle, ma quelli di due culture molto diverse in collisione.
Osserviamo anche il rapporto della protagonista, Starr, con la sua famiglia, sicuramente l'aspetto che ho preferito nell'intera vicenda, e il rapporto che ha soprattutto con il padre. Lui la spinge a riflettere su sé stessa e su tutto ciò che le accade intorno. A comprendere la realtà.

"La droga da qualche parte arriva e sta distruggendo la nostra comunità. Ci sono persone, come Brenda, che credono di averne bisogno per sopravvivere, e poi ci sono i Khalil, che credono di aver bisogno di venderla per sopravvivere. Quelli come Brenda non riescono a trovare un lavoro finché si fanno, e senza un lavoro non possono permettersi la disintossicazione. I Khalil invece vengono arrestati per spaccio, trascorrono metà della loro vita in carcere, un'altra industria da miliardi di dollari, eppure quando escono non riescono a trovate un vero lavoro e probabilmente si rimettono a spacciare. È questo l'odio che ci somministra o, piccola, un sistema studiato contro di noi. È questa la THUG LIFE. "

La Starr che vediamo in questo caso è la vera Starr, quella che non deve decidere se comportarsi come una ragazza di colore o come i suoi compagni di scuola bianchi.
Poi notiamo il rapporto che lei ha con il suo quartiere, molto stretto quand'era più piccola, ma che, da quando frequenta la nuova scuola, inizia a vedere solo con negatività, allontanandosi anche dagli amici che un tempo aveva. Questi però continuano ad aver bisogno della sua presenza, perché nei ghetti molto spesso i ragazzi non sono fortunati come lei e, per problemi in famiglia e la mancanza di opportunità, sono costretti a percorrere la strada sbagliata, avvicinandosi alla droga e alla malavita.
Nonostante la cultura afroamericana ci venga mostrata premurosamente , anche con la vicinanza alla musica e allo sport (cosa che ho apprezzato) penso però che l'approccio con cui questa ragazza vive, distanziando e dividendo nettamente sia la sua vita che se stessa, le porta ad avere rapporti sbagliati e falsi con le sue compagne di scuola e il suo stesso ragazzo. Una cosa che ho apprezzato è l'originalità del rapporto che la protagonista ha con questo, perché, contrariamente a come invece molto spesso accade, noi non assistiamo al nascere della relazione, ma a quando i due stanno insieme già da un anno. Il rapporto, nonostante la facciata, non mi è sembrato però quello reale che ci si può aspettare dopo un anno di relazione. È come se in realtà i due non si conoscessero davvero, e per me questo è stato uno dei pochi aspetti negativi della lettura.
Starr, nonostante non abbia apprezzato molto le sue scelte, ha all'interno del libro una crescita notevole, causata dall'evento centrale che la obbligherà a riflettere: l'uccisione immotivata del suo migliore amico d'infanzia da parte di un poliziotto. Queste vicende sono sfortunatamente numerose negli Stati Uniti, e il combattere affinché il poliziotto subisca le giuste conseguenze per le sue azioni, nonostante i media, che cercano di capovolgere la situazione e dare la colpa al ragazzo, etichettandolo come "uno nero spacciatore che meritava di morire", porterà Starr a voler cambiare ogni cosa.

"Ascolta! The hate U give, la lettera U, Give Little Infants Fucks Everybody. T-H-U-G-L-I-F-E. Nel senso che quello che la società ci vomita addosso da piccoli poi le si rivolta contro quando cresciamo. Capisci?"

Assistiamo alla sofferenza di un intero quartiere e ai suo meccanismi, a come Starr soffre e ai sensi di colpa che ha.


"Ho visto succedere questa cosa più e più volte: una persona di colore uccisa solo per essere nera, e si scatena l'inferno. Ho twittato gli hashtag RIP, ho aggiunto immagini su Tumblr e ho firmato tutte le petizioni là fuori. Ho sempre detto che se l'avessi visto succedere a qualcuno, avrei avuta la voce più forte, assicurandomi che il mondo sapesse cosa era successo.
Ora sono quella persona, e ho troppa paura di parlare."

Pianpiano rielaborerà tutto questo, diventando coraggiosa contro il razzismo e i pregiudizi che lei tange anche nelle piccole cose della sua vita.

"È proprio questo il problema. Permettiamo alle persone di dire certe cose, e loro le dicono così spesso che dopo un po' lo trovano ammissibile e noi normale. Ma che senso ha avere una voce, se poi resti in silenzio quando non dovresti?"

Fino a capire come queste piccole cose influenzano gli interi meccanismi di un quartiere, una città e tutto il mondo.
Fino a portare alla morte di un ragazzo, senza colpe, e a chiedersi COSA È GIUSTO.

"A volte si fa tutto nel modo giusto e va male lo stesso. L'importante è non smettere mai di fare la cosa giusta."

STILE:⭐⭐⭐,5
PERSONAGGI:⭐⭐⭐⭐
PIACEVOLEZZA:⭐⭐⭐⭐,5
AMBIENTAZIONE:⭐⭐⭐⭐⭐
CONTENUTI:⭐⭐⭐⭐⭐
ORIGINALITÀ:⭐⭐⭐⭐⭐
PERSONAGGIO PREFERITO:Genitori di Starr
VOTO FINALE:⭐⭐⭐⭐, 5

Recensione a cura di Giorgia di @herondalethedreamer 

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