giovedì 15 agosto 2019

Recensione "La rosa del califfo" di Renée Ahdieh

Titolo: La rosa del califfo
Autore: Renèe Ahdieh
Casa Editrice: Newton Compton Editori 
Genere: Romanzo Rosa
Pagine: 382
Prezzo kindle: 3,99€
Prezzo cartaceo: 10,00€
Link di acquisto: Clicca qui

Trama: Shahrzad è stata la moglie del califfo del Khorasan. Era giunta nella sua dimora con lo scopo di vendicare la morte di altre fanciulle andate in sposa a lui. Poi il suo piano è saltato, Khalid non è infatti il mostro che tutti credono. È un uomo tormentato dai sensi di colpa, vittima di una potente maledizione. Ora che è tornata dalla sua famiglia, Shahrzad dovrebbe essere felice, ma quando scopre che Tariq, suo amore d'infanzia, è alla guida di un esercito e sta per muovere guerra al califfo, la ragazza capisce che deve intervenire se vuol salvare ciò che ama. Per tentare di evitare una sciagura, spezzare quella maledizione, ricongiungersi a un uomo di cui ora scopre di essersi innamorata, Shahrzad farà appello ai suoi poteri magici, a lungo rimasti sopiti dentro di lei...


Una grande delusione!
Il primo volume di questa duologia, retelling di "Le mille e una notte", mi era piaciuto abbastanza e mi aveva aiutata ad uscire dal blocco del lettore, con le caratteristiche atmosfere arabegianti, espresse alla perfezione, e una dolce e centrale storia d'amore ad intrattenere, nonostante l'aspetto fantasy risultasse molto debole. Da questo secondo volume mi aspettavo quindi nuovamente una parte romance prevalicante e, neanche troppo necessario, un minimo approfondimento del sistema magico, precedentemente ignorato dall'autrice. Invece ho perso due settimane a finirlo e ciò che mi ha fatta davvero arrabbiare, e ANNOIARE aggiungerei, è proprio la quasi totale assenza dell'aspetto amoroso, per cui avevo iniziato il libro. 
Infatti i due protagonisti rimangono distanti per quasi tutta la durata del romanzo. Per il resto il funzionamento della magia è rimasto un dilemma e il volume si è concentrato a narrare gli eventi di personaggi secondari, a mala pena citati nel primo, e che neanche riuscivo a riconoscere durante la lettura, per quanto, a mio parere, abbastanza insignificanti.
Il personaggio che ho più disprezzato è il padre di Shahrzad, Jahandar, avido e tanto stupido da voler distruggere un'intera città pur di riappropriarsi della sua posizione. 
Ammetto di aver apprezzato però come le coppie si siano combinate alla fine del romanzo, e una in particolare che riguarda la sorella della protagonista, Irsa. Inoltre mi è davvero piaciuto il prologo, dolce e commovente. 
Per il resto mantiene, anche se un po' sbiadite, le atmosfere arabegianti,con vari riferimenti ad Aladin, ma lo stile di scrittura risulta troppo semplice, forse a causa della traduzione, tranne per alcuni dialoghi e pensieri che hanno permesso al libro di guadagnarsi le 3 stelline.

"Non temette mai che il tappeto potesse farla cadere. 
Si sentiva come l'acqua nel bicchiere, che danza su una musica che poteva sentire solo lei. 
Lassù - più in alto di quanto ritenete possibile ARRIVARE--il vento soffiava a suo favore mentre il resto del mondo era svanito in un confuso TURBINIO. 
Eppure non provava alcuna paura. 
Lassù, Shahrzad inseguiva il vento. 
La Terra e il cielo avevano cessato di esistere. 
Lassù,Shahrzad era davvero senza limiti
La paura non l'avrebbe più assoggettata. Mai più."

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