giovedì 15 agosto 2019

Recensione "L'isola delle anime" di Johanna Holmström

Titolo: L'isola delle aime
Autore: Johanna Holmström
Casa Editrice: Neri pozza Editore
Genere: Narrativa
Pagine: 363
Prezzo ebook: 6,64€
Prezzo cartaceo: 18,00€


Trama: Finlandia, 1891. Una notte, ai primi di ottobre, una barchetta scivola sull'acqua nera del fiume Aura. A bordo, Kristina, una giovane contadina, rema controcorrente per riportare a casa i suoi due bambini raggomitolati sul fondo dell'imbarcazione. Le mani dolenti e le labbra imperlate di sudore, rientra a casa stanchissima e si addormenta in fretta. Solo il giorno dopo arriva, terribile e impietosa, la consapevolezza del crimine commesso: durante il tragitto ha calato nell'acqua densa e scura i suoi due piccoli, come fossero zavorra di cui liberarsi. La giovane donna viene mandata su un'isoletta al limite estremo dell'arcipelago, dove si erge un edificio, un blocco in stile liberty con lo steccato che corre tutt'attorno e gli spessi muri di pietra che trasudano freddo. E Själö, un manicomio per donne ritenute incurabili. Un luogo di reclusione da cui in poche se ne vanno, dopo esservi entrate. Dopo quarant'anni l'edificio è ancora lì ad accogliere altre donne «incurabili»: Martha, Karin, Gretel e Olga. Sfilano davanti agli occhi di Sigrid, l'infermiera, la «nuova». I capelli cadono intorno ai piedi in lunghi festoni e poi vengono spazzati via, si apre la cartella clinica della paziente, ma non c'è alcuna cura, solo la custodia. Un giorno arriva Elli, una giovane donna che, con la sua imprevedibilità, porta scompiglio tra le mura di Själö. Nella casa di correzione dove era stata rinchiusa in seguito alla condanna per furti ripetuti, vagabondaggio, offesa al pudore, violenza, rapina, minacce e possesso di arma da taglio, aveva aggredito le altre detenute senza preavviso. Mordeva, hanno detto, e graffiava. L'infermiera Sigrid diventa il legame tra Kristina ed Elli, tra il vecchio e il nuovo. Ma, fuori dalle mura di Själö la guerra infuria in Europa e presto toccherà le coste dell'isola di Åbo


Quando mi è stato regalato questo libro, titolo e copertina mi hanno attratta  immediatamente, infatti l’ho iniziato subito. Poi però un po’ perché era molto impegnativo e un po’ per mancanza di tempo l’ho abbandonato, finché non l’ho recentemente ripreso in mano e l’ho letteralmente divorato.


È l’ospedale di Själö, situato nella remota isola di Åbo, in Finlandia, a fare da sfondo e a legare le vite profondamente diverse, ma allo stesso tempo simili, delle tre donne protagoniste.
Kristina e Elli entrambe emarginate dalla società in cui vivono, a causa dei loro errori, troppo fragili, troppo strane, troppo diverse per poter vivere in un mondo come il loro e per questo spedite nell’ospedale psichiatrico di Själö, un luogo dove vengono rinchiuse le donne giudicate pazze e incurabili.
La prima ha ucciso i suoi figli, la seconda ha commesso numerosi crimini creando uno scandalo senza precedenti.
Kristina morirà nell’ospedale, perché nessuno potrebbe perdonare un’infanticida, anche se ciò che ha fatto l’ha fatto in un momento di disperazione, al giorno d’oggi si definirebbe incapace di intendere e volere, e inoltre lei non ha più nessuno ad aspettarla.

Mi sono subito affezionata a questo personaggio, probabilmente a causa di tutte le sofferenze che le sono state messe di fronte dalla vita, avrei preferito un po’ più di spirito combattivo, ma non posso certo biasimarla per le scelte che ha dovuto prendere.

<<Sono Kristina Andersson, dal villaggio di Andtböle>> dice a denti stretti. <<Voi chi siete, e dove sono i miei bambini?>>

Elli invece riuscirà ad uscire e a rifarsi una vita, grazie soprattutto a sua madre, perché alla fine la sua unica colpa era aver amato troppo.

Elli stava sdraiata sul fianco con la schiena rivolta alla stanza, a fissare il muro. Certi giorni sembrava che non riuscisse a muoversi neanche se lo voleva. Era come se il rigido mondo d'acciaio dell’abitudine si fosse fuso e fosse colato dentro di lei e il suo corpo fosse uno stampo di gesso per tutti i dolori della terra. 

E poi c’è Sigrid, la loro infermiera, una ragazza forte, che sceglie l’ospedale per fare pratica, ma che poi rimarrà lì ad occuparsi di quelle donne per tutta la sua vita.

Quella nuova si chiama Sigrid. Sigrid la Nuova. È lì già da due anni. Quanto tempo ci vuole perché sia qualcosa di diverso da nuova?

Un libro crudo, forte e potente, con un carico emotivo altissimo. L’autrice scrive davvero in modo magistrale, le sue descrizioni estremamente dettagliate non sono mai pesanti, ma al contrario molto coinvolgenti e la sua capacità di raccontare i tormenti e le sofferenze di queste donne, rifiutate dalla società del loro tempo, è incredibile. Le parole le libro si traferiranno sulla vostra pelle perché questo è un libro che non deve essere solo letto, ma anche vissuto, e voi non potrete più smettere di soffrire, piangere e sorridere finché non arriverete all’ultima pagina. Un romanzo che merita di essere letto, perfetto sotto ogni aspetto, una storia che vi strapperà un pezzo di cuore e che, ne sono certa, vi cambierà almeno un pochino.
Se volete una lettura facile, tranquilla e spensierata non è il libro che fa per voi, ma se cercate una storia reale, toccante e commovente, non potete non leggerlo.


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