Autore: Christiane F.
Casa Editrice: Rizzoli
Genere: Biografico
Pagine: 344
Prezzo ebook: 11,00€
Prezzo cartaceo: 7,99€
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Trama: Berlino, anni Settanta, quartiere dormitorio di Gropiusstadt. Christiane F. ha dodici anni, un padre violento e una madre spesso fuori casa. Inizia a fumare hashish e a prendere Lsd, efedrina e mandrax. A quattordici anni per la prima volta si fa di eroina e comincia a prostituirsi. È l'inizio di una discesa nel gorgo della droga da cui risalirà faticosamente dopo due anni. La sua storia, raccontata ai due giornalisti del settimanale "Stern" Kai Hermann e Horst Rieck, è diventata un caso esemplare, una denuncia dell'indifferenza della nostra società verso un dramma sempre attuale. Una testimonianza cruda, la fotografia di un'epoca. Postfazione di Vittorino Andreoli.
Non sono un’appassionata di libri autobiografici, devo ammetterlo, ma sentendo parlare di “Noi, ragazzi dello zoo di Berlino” di Christiane F. la mia curiosità ha preso il sopravvento. Ho letto questo libro solo alcuni mesi dopo esserne venuta a conoscenza, non appena l’ho ricevuto come regalo di Natale. Non potevo chiedere di meglio! Tra le mani abbiamo una vera e propria denuncia contro la Berlino del 1975 e 1977, un dramma che vede come protagonista il circolo della droga che aveva colpito ogni adolescente di quel posto. Il libro si apre con l’introduzione della difficile infanzia di Christiane, un’infanzia che l’avrebbe portata a camminare su un filo sospeso nel vuoto. Leggiamo dei suoi diversi trasferimenti insieme alla sua famiglia e ai suoi animali, al luogo non accogliente dove era finita a vivere, alla triste vita che conducevano i bambini della sua età, alle marachelle che compieva facendo le corse con gli ascensori. A questo si aggiungono le violenze subite dal padre, il divorzio dei suoi genitori e l’abbandono di sua sorella. Era rimasta sola. E come accade alla protagonista, alle volte il rimanere soli porta al compimento di azioni dalla quale è improbabile uscirne. Christiane a soli dodici anni entra a far parte di un mondo che pian piano la porta verso la distruzione di se stessa, iniziando in modo leggero e finendo in modo atroce.
Il personaggio di Christiane l’ho reputato davvero forte, un esempio da seguire per la grande forza di volontà che ha avuto per superare un qualcosa più grande di lei. Se inizialmente si è presentata come una ragazza smarrita, insicura, poco prudente e condizionata dai suoi coetanei, al termine della storia possiamo vedere i netti cambiamenti. Con sudore e dolore è riuscita a rinascere senza l’aiuto di nessuno il quale , invece, sperava di avere. Un’altro personaggio che mi è rimasto nel cuore è senza dubbio Detlef, con la sua gentilezza e il suo amore riposto verso Christiane. In molti momenti sono rimasta davvero colpita positivamente dal suo comportamento sopratutto quando metteva lei prima di tutti. Sono rimasta un po’ delusa quando, dopo aver passato tanto insieme, si sono divisi e hanno preso strada diverse. Mi chiedo se alla fine i sogni che progettava si sono realizzati.
“Noi, ragazzi dello zoo di Berlino” è sicuramente un libro diverso dagli altri, e dalle letture che leggo quotidianamente. La trama mi è piaciuta davvero davvero tanto essendo stata in grado di segnarmi e di lasciarmi un’importante insegnamento: quello di non mollare anche se sei allo stadio finale, anche se sei all’estremo delle tue forze. La storia è stata ben strutturata e non risulta per niente noiosa e pesante per i temi crudi che sono stati messi a nudo. Per quanto riguarda lo stile di scrittura della scrittrice l’ho trovato confortevole, dettagliato e davvero molto riflessivo. Credo che sia stato proprio questo che mi ha fatto innamorare di questa lettura: leggere i profondi pensieri di un’adolescente cresciuta troppo velocemente.
Sono felice di aver potuto passare diversi dei miei pomeriggi in compagnia di questi personaggi! In conclusione posso dirvi che questo è uno di quei libri che ti entra dentro, che ti aiuta a crescere e a capire che ad ogni nostra futile azione ne consegue un dramma molto più complesso.
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Trama: Berlino, anni Settanta, quartiere dormitorio di Gropiusstadt. Christiane F. ha dodici anni, un padre violento e una madre spesso fuori casa. Inizia a fumare hashish e a prendere Lsd, efedrina e mandrax. A quattordici anni per la prima volta si fa di eroina e comincia a prostituirsi. È l'inizio di una discesa nel gorgo della droga da cui risalirà faticosamente dopo due anni. La sua storia, raccontata ai due giornalisti del settimanale "Stern" Kai Hermann e Horst Rieck, è diventata un caso esemplare, una denuncia dell'indifferenza della nostra società verso un dramma sempre attuale. Una testimonianza cruda, la fotografia di un'epoca. Postfazione di Vittorino Andreoli.
Non sono un’appassionata di libri autobiografici, devo ammetterlo, ma sentendo parlare di “Noi, ragazzi dello zoo di Berlino” di Christiane F. la mia curiosità ha preso il sopravvento. Ho letto questo libro solo alcuni mesi dopo esserne venuta a conoscenza, non appena l’ho ricevuto come regalo di Natale. Non potevo chiedere di meglio! Tra le mani abbiamo una vera e propria denuncia contro la Berlino del 1975 e 1977, un dramma che vede come protagonista il circolo della droga che aveva colpito ogni adolescente di quel posto. Il libro si apre con l’introduzione della difficile infanzia di Christiane, un’infanzia che l’avrebbe portata a camminare su un filo sospeso nel vuoto. Leggiamo dei suoi diversi trasferimenti insieme alla sua famiglia e ai suoi animali, al luogo non accogliente dove era finita a vivere, alla triste vita che conducevano i bambini della sua età, alle marachelle che compieva facendo le corse con gli ascensori. A questo si aggiungono le violenze subite dal padre, il divorzio dei suoi genitori e l’abbandono di sua sorella. Era rimasta sola. E come accade alla protagonista, alle volte il rimanere soli porta al compimento di azioni dalla quale è improbabile uscirne. Christiane a soli dodici anni entra a far parte di un mondo che pian piano la porta verso la distruzione di se stessa, iniziando in modo leggero e finendo in modo atroce.
Il personaggio di Christiane l’ho reputato davvero forte, un esempio da seguire per la grande forza di volontà che ha avuto per superare un qualcosa più grande di lei. Se inizialmente si è presentata come una ragazza smarrita, insicura, poco prudente e condizionata dai suoi coetanei, al termine della storia possiamo vedere i netti cambiamenti. Con sudore e dolore è riuscita a rinascere senza l’aiuto di nessuno il quale , invece, sperava di avere. Un’altro personaggio che mi è rimasto nel cuore è senza dubbio Detlef, con la sua gentilezza e il suo amore riposto verso Christiane. In molti momenti sono rimasta davvero colpita positivamente dal suo comportamento sopratutto quando metteva lei prima di tutti. Sono rimasta un po’ delusa quando, dopo aver passato tanto insieme, si sono divisi e hanno preso strada diverse. Mi chiedo se alla fine i sogni che progettava si sono realizzati.
“Noi, ragazzi dello zoo di Berlino” è sicuramente un libro diverso dagli altri, e dalle letture che leggo quotidianamente. La trama mi è piaciuta davvero davvero tanto essendo stata in grado di segnarmi e di lasciarmi un’importante insegnamento: quello di non mollare anche se sei allo stadio finale, anche se sei all’estremo delle tue forze. La storia è stata ben strutturata e non risulta per niente noiosa e pesante per i temi crudi che sono stati messi a nudo. Per quanto riguarda lo stile di scrittura della scrittrice l’ho trovato confortevole, dettagliato e davvero molto riflessivo. Credo che sia stato proprio questo che mi ha fatto innamorare di questa lettura: leggere i profondi pensieri di un’adolescente cresciuta troppo velocemente.
Sono felice di aver potuto passare diversi dei miei pomeriggi in compagnia di questi personaggi! In conclusione posso dirvi che questo è uno di quei libri che ti entra dentro, che ti aiuta a crescere e a capire che ad ogni nostra futile azione ne consegue un dramma molto più complesso.
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